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Carenza di vitamina D: come si riconosce

Ormai lo sappiamo, la vitamina D, sostanza inattiva che può essere trasformata in ormone dal nostro corpo, ha la insostituibile funzione di favorire l’assorbimento del calcio da parte dell’intestino.

È risaputo che la carenza di vitamina D può esporre al rischio di osteoporosi – specialmente in menopausa – e di altre malattie legate alla struttura ossea. Il corretto apporto di vitamina D può dirsi indispensabile per l’organismo e immancabile ad ogni età.

Quali sono i sintomi di una carenza?

Si parla spesso di Vitamina D, ma spesso non ci sono chiari i sintomi che ne denunciano la carenza.

Uno dei sintomi più diffusi è una sensazione di stanchezza, di debolezza, a volte anche un po’ di depressione. È risaputo che l’esposizione alla luce, che fissa la vitamina D, accresce la serotonina e il buon umore. Inoltre, la scarsa vitamina D può portare a dolori alle ossa e debolezza muscolare, sudore alla testa e alle mani, in alcuni casi irascibilità fuori luogo. Nei bambini, invece, uno dei sintomi di carenza può essere la comparsa di asma.

Come misurare questa carenza?

Bastano semplici analisi del sangue: i valori normali sono oggi compresi fra 50 e 60 milligrammi di vitamina D per millilitro di sangue.

Lo sapevate?

A chi ha la pelle scura, serve una maggiore esposizione al sole per produrre la vitamina D, ed è questo il motivo per cui gli afro-americani sono maggiormente a rischio di carenza.

Anche le persone anziane possono essere sono più carenti di vitamina D perché ne producono in misura minore quando si espongono al sole. Basti pensare che un over 70 produce circa il 30% in meno di vitamina D, rispetto a una persona di cinquant’anni o meno.