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Il grande dilemma dell’estate: proteggere la pelle o fare il pieno di vitamina D?

Ormai è assodato che una protezione dai raggi nocivi del sole è indispensabile per prevenire danni alla pelle. Ma ultimamente ricercatori e scienziati si sono posti un nuovo quesito: e se i filtri solari limitassero l’assorbimento della vitamina D?

Il ruolo svolto da quest’ormone è davvero fondamentale: contribuisce al funzionamento del nostro metabolismo minerale e osseo, nonché del sistema cardiovascolare e poi sostiene le difese immunitarie. La vitamina Di si sintetizza grazie ai raggi ultravioletti B che il sole ci elargisce. Per contro, da anni si studiano i danni che un’esposizione dissennata al sole può fare, sia per ciò che riguarda l’invecchiamento precoce sia per l’aumento dei rischi di tumori della pelle.

Quale può essere la mediazione tra queste due esigenze differenti?

Secondo gli scienziati il problema sta ancora una volta nel trovare un equilibrio sensato. Anche nella bella stagione, la maggior parte delle persone trascorre molto tempo in ambienti chiusi, si sposta in auto, in metropolitana o con i mezzi, e così facendo non assume quella dose quotidiana di raggi solari indispensabile. Per supplire poi a questa carenza, si sottopone durante le poche settimane di vacanza a bagni di sole cocente che hanno come conseguenza piccole o grandi ustioni. Da un estremo, all’altro.

Ma si può parlare di dose ideale di sole?

I ricercatori spagnoli dell’Università di Valencia hanno provato a quantificarla. In primavera e estate secondo le loro recenti ricerche sono sufficienti 20-25 minuti con il 25% di superficie epidermica esposta – ad esempio con indosso t-shirt e pants.

Troviamo il giusto equilibrio!

  • Al mare o in montagna quando si è in ferie, proteggiamoci con filtri adeguati.
  • Ogni giorno, nei mesi “del sole”, stiamo all’aria aperta per una ventina di minuti, esponendoci magari con meno precauzioni, a tutto vantaggio della dose quotidiana di vitamina D.

 

E se ci fosse bisogno di un’integrazione?

Per bambini e anziani o per chi potrebbe soffrire di patologie particolari, il consiglio è consultarsi con il proprio medico di fiducia. In via generale, consumare pesci grassi o fegato o altri alimenti arricchiti con vitamina D può aiutare a raggiungere l’apporto giornaliero consigliato.